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venerdì 28 dicembre 2012

Il catechismo di Ratzinger, parte 1: Il rispetto della vita umana

Quando un non credente cita parti della Bibbia, a dimostrazione dell'immoralità espressa nei dogmi, viene solitamente criticato, con l'accusa di astrarre frasi dal contesto. Così non è con il Catechismo della Chiesa Cattolica, composto appunto di proposizioni ognuna valida di per sè, le quali riassumono le posizioni della Chiesa sui vari argomenti.

Il Catechismo è la fonte primaria per i precetti a cui devono attenersi i credenti, ed è stato rivisto da Papa Benedetto XVI di recente. Come si dice infatti nella Prefazione, cap III:
Questo Catechismo ha lo scopo di presentare una esposizione organica e sintetica dei contenuti essenziali e fondamentali della dottrina cattolica sia sulla fede che sulla morale, alla luce del Concilio Vaticano II e dell’insieme della Tradizione della Chiesa. Le sue fonti principali sono la Sacra Scrittura, i santi Padri, la liturgia e il Magistero della Chiesa. Esso è destinato a servire come « un punto di riferimento per i catechismi o compendi che vengono preparati nei diversi paesi ». Questo Catechismo è destinato principalmente ai responsabili della catechesi: in primo luogo ai Vescovi, quali maestri della fede e Pastori della Chiesa. Viene loro offerto come strumento nell'adempimento del loro compito di insegnare al popolo di Dio. Attraverso i Vescovi, si rivolge ai redattori dei catechismi, ai presbiteri e ai catechisti. Sarà di utile lettura anche per tutti gli altri fedeli cristiani.
Andiamo ad esaminare, innanzitutto, qual'è la posizione della Chiesa rispetto alla vita umana. Iniziamo riportando le norme fondamentali: la proposizione 1789 dice
Alcune norme valgono in ogni caso:
— Non è mai consentito fare il male perché ne derivi un bene.[...]
Fin qui, tutto corretto. Passiamo ora al comandamento fondamentale per il rispetto della vita: il quinto,  "Non uccidere". Ad esso viene dedicato l'articolo 5 della parte terza, sezione seconda, capitolo secondo, dove leggiamo, alla proposizione 2258
« La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente». 
Il corsivo è mio, ad evidenziare che già si stanno ponendo dei paletti, ma andiamo avanti. Alla proposizione 2262 si ricorda il discorso della montagna:
Nel discorso della montagna il Signore richiama il precetto: « Non uccidere » (Mt 5,21); vi aggiunge la proibizione dell’ira, dell’odio, della vendetta. Ancora di più: Cristo chiede al suo discepolo di porgere l’altra guancia, di amare i propri nemici. Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di rimettere la spada nel fodero.
Quale migliore dichiarazione di pacifismo ad oltranza? Ora però cominciano le contraddizioni, infatti alla successiva proposizione 2263 inizia la trattazione della legittima difesa:
La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce
un’eccezione alla proibizione di uccidere l’innocente, uccisione in cui
consiste l’omicidio volontario. « Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita;
mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore ». « Nulla impedisce che vi
siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e
l’altro preterintenzionale»
Si dice quindi che se l'aggressione viene ucciso senza intenzionalità, non si commette peccato. Intanto abbiamo già contraddetto il "porgi l'altra guancia" e "ama il tuo nemico", ma non finisce qui. Andiamo ad estendere la legittima difesa alla società: la pena di morte contro un singolo individuo, e la guerra contro altre nazioni.

La proposizione 2267 riguarda la sentenza capitale, e dice:
L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
E qui vorrei sapere con quale arzigogolo sofistico mi si conciliano la proposizione 1789, la 2262 e la 2267.  Il fatto che non sia innocente mi sembra irrilevante, visto quanto affermato su ama il tuo nemico e sul bene che non può derivare dal male.

Ma ancora più raccapricciante è la giustificazione della guerra. Nella proposizione 2309 si dettaglia la leggittima difesa con la forza militare. Tale precetto recita:
Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:
— che il danno causato dall'aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;
— che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;
— che ci siano fondate condizioni di successo;
— che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni  mezzi di distruzione. Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della « guerra giusta ».
Date queste premesse, al prossimo che vi dice che il cristianesimo è la religione dell'amore, tenetelo a distanza e avvisate la polizia... per legittima difesa preventiva.