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mercoledì 9 maggio 2012

Lezioni di morale da un ladro

Rappresentazione artistica dei
nostri governanti
(C) http://b9tribeca.deviantart.com
In Italia, le imprese hanno crediti verso la Pubblica Amministrazione per circa il 6% del PIL. Cioè lo Stato deve PAGARE alle aziende italiane 70 miliardi di €, in media 15.000 euro per ogni impresa. Per confronto, il gettito fiscale di imprese e autonomi nel 2011 è stato di 86 miliardi. E poi si ha il coraggio di dar lezioni di morale a chi non paga le tasse.

Perché non è possibile compensare le imposte dovute con quanto è dovuto dallo Stato? Perché, quando paga, lo Stato lo fa dopo un minimo di 92 giorni ed un massimo di 664 giorni, con una media di 128, il doppio dei 65 della media europea, per di più senza un centesimo di interesse? Perché invece le cartelle esattoriali lievitano inevitabilmente dopo un solo giorno di ritardo?

Almeno un imprenditore si è suicidato per i ritardi nei pagamenti.

Come dice giustamente Aldo Canovari, solo tre circostanze possono indurre la maggioranza dei cittadini italiani a venir meno agli obblighi fiscali :

« la constatazione indiscutibile che le tasse da essi pagate non vengono spese nell’interesse della comunità, ma finiscono nelle tasche di quegli stessi che le istituiscono (i superprivilegiati di cui sopra [i politici e gli amministratori pubblici]); 
l’eccesso di tassazione e la materiale insostenibilità del carico tributario; 
l’illegittimità della tassazione la quale consente al fisco di fondare le sue pretese su presunzioni arbitrarie, relative e assolute (redditometro, spesometro, art. 32, primo comma, n. 2, dpr 600/1973…) le quali configurano il contribuente come evasore fino a prova contraria, prova che è il più delle volte prova negativa e quindi probatio diabolica, e quindi di avvalersi di pratiche sostanzialmente estorsive che violano il precetto costituzionale della capacità contributiva. »
In Italia queste tre circostanze si sono verificate in pieno.
Quindi, per favore, Monti & C. evitino di farci lezioni di morale.

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